Comunicazione o Marketing?
In questo periodo in Spagna sta per quotarsi in borsa un grande gruppo editoriale. La campagna pubblicitaria che la promaziona recita: “esiste qualcosa di piu’ importante della comunicazione?“.
Questo spot mi ha fatto riflettere sul ruolo che ha assunto oggi giorno la comunicazione nella vita quotidiana in genere e su come sta influenzando la disciplina Urbanistica.
La pubblicitá essenzialmente cerca di attirare l’attenzione su un prodotto, in genere senza dirci nulla di nuovo su di esso. A causa della enorme quantità di messaggi pubblicitari, un prodotto acquista (o conserva) visibilità solo grazie ad una continua campagna di pubblicità (comunicazione).
Le amministrazioni pubbliche sembrano aver recipito il messaggio e dedicano sempre più risorse alla comunicazione, cercando di farsi spazio tra la multitudine di informazioni che quotidianamente ci bombardano.
Da qualche tempo giá non si parla di comunicazione ma bensí di Marketing Urbano. La parola Marketing mi fa pensare immediatamente ad un prodotto da vendere. Se penso alla città mi domando quale sia il prodotto in vendita.
La risposta é più semplice di quello che sembra. Ciò che si sta cercando di vendere con il marketing urbano, è un determinata idea di città. Per essere più precisi, le strategie di marketing urbano spesso vengono utilizzate per creare consenso intorno ad un idea di città fra i propri abitanti e promozionare la città nel mercato internazionale del turismo e degli investitori. Si usano per ottenere un consenso minimo su grandi progetti di trasformazione urbana evitando di passare per un lungo e difficile dibattito pubblico, eventualità che danneggerebbe la strategia di marketing della cittá a livello nazionale ed internazionale.
Un esempio chiarissimo é cio che sta succedendo a Madrid. L’amministrazione pubblica sta promozionando la cittá con un determinato marketing che ha come punta di diamante la candidatura olimpica: buona qualità di vita, sole, divertimento, accoglienza, innovazione, grandi opere pubbliche, crescita economica e fisica della città.
La conseguenza é una città assediata dai cantieri, che rende la vita impossibile ai cittadini, i cuali non hanno alcuna voce in capitolo. Quando i cantieri chiuderanno tutti beneficeranno di una città più moderna, con strade enormi e ancora più macchine. L’idea di città sarà stata a quel punto venduta e accettata (obligatoriamente) dai cittadini e le quotazioni della cittá saranno cresciute a livello internazionale. Però durante tutto il processo le risorse che si sarebbero dovute desitnare alla promozione di un indispensabile dibattito pubblico sono state spese per la promozione della nuova immagine di città.
Risultato: più turisti e più capitali. E i cittadini? Be in questo caso possiamo paragornarli a delle comparse di un parco tematico, indispensabili per tenere in vita una città che ha come unico scopo la ricezione di visitatori (turisti e capitali).
Credo sia giunto il momento di pensare ad un nuovo modello di pianificazione che si basi obligatoriamente nella partecipazione dei cittadini evolvendo la fase di comunicazione verso un vero e proprio processo di progettazione partecipata.